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Mappa


Stampa digitale su carta. 130 x 320 cm, 2002

Accettiamo per fede nell’esperienza di altri (e grazie a delle macchine) che il mondo sia fatto in un determinato modo. Lungi dall’idea di voler contestare che non sia così, comunque io non sono mai stata a Tokyo, perciò da un certo punto di vista per me Tokyo non esiste. Possiamo vedere case, città, montagne, foreste, ma non conosciamo per esperienza diretta i confini delle regioni, o la forma degli stati e dei continenti, oppure l’esatta collocazione delle città e delle strade. La nostra percezione è ovviamente e naturalmente limitata. Al margine distinguiamo solo acqua, una distesa azzurra che continua contenere improbabili sogni e promesse del nuovo. Così per me Tokyo esiste perché un mostro marino possa addentare i suoi edifici, e Los Angeles è quella nebulosa di Philip K. Dick. Atlantide continua a essere sommersa dal mare, e ogni tanto è possibile trovare l’ingresso per il mondo segreto di Mu. Diomira si erge radiosa con le sue sessanta cupole e le sue divinità di marmo e Laputa vola invisibile sopra le altre città..

Map

Digital print on paper. 130 x 320 cm, 2002.

I started from a real geographical map representation. I erased every place, city or continent where I had never been or that I had never had any experience of. Then I drew the places of my imagination such as cities, regions, imaginary states taken from novels, legends, myths, cartoons, and songs. Like the state of Uqbar of J.L. Borges, or the 52 “città invisibili” (invisible cities) from Italo Calvino, or the Land of J.R.R. Tolkien…I also placed the ancient ruined cities of the past. Now this map is my personal geographic map of the world (a half real and half imaginary one).

 

 

 

 

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